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Il futuro dell’intelligenza artificiale in Italia

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Il mondo dell’intelligenza artificiale (AI) sta conoscendo a livello globale un’espansione senza precedenti, sicuramente decisiva per le aziende con una forte propensione all’innovazione tecnologica e digitale.
In Italia, il potenziale del mercato è ancora ampiamente inespresso, come rilevato dalla recente ricerca elaborata da Assintel Report, l’osservatorio permanente sul mercato digitale realizzato dall’associazione nazionale delle imprese ICT di Confcommercio e curato da IDC.
La ricerca stima una crescita del mercato dell’Intelligenza Artificiale del 40% nel nostro Paese per il triennio 2021-2023, passando da un valore di 860 milioni di euro del 2021 a 1,1 miliardi nel 2022, fino a raggiungere 1,4 miliardi di euro nel 2023.

A fronte di tali stime, tuttavia, solo il 5% delle aziende italiane di grandi dimensioni ha pianificato un investimento nelle piattaforme di Big Data Analysis per i prossimi 12 mesi, mentre la gran parte delle aziende che compongono il nostro tessuto imprenditoriale che opera nel mercato dell’AI e dell’ICT in generale (piccole e medie imprese in grado di creare soluzioni applicative innovative) non dispone di risorse sufficienti per investire, nel breve periodo, in tali progetti innovativi.

Il Programma Strategico per l’Intelligenza Artificiale, varato dal governo lo scorso novembre 2021, in conformità a quanto previsto dal Coordinated Plan on Artificial Intelligence della Commissione Europea, va proprio in questa direzione: potenziare il sistema AI e colmare il divario presente tra il nostro Paese e le altre nazioni europee di riferimento. Il programma ruota intorno a 6 obiettivi da raggiungere, 11 settori prioritari e 24 policies su 3 aree di intervento: competenze e talenti, finanziamenti per la ricerca e incentivi all’adozione dell’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione e nei settori produttivi. Il documento governativo, inoltre, non sottovaluta gli impatti di tali tecnologie sulla riservatezza delle comunicazioni, argomento verso il quale circa l’80% dei consumatori rivolge particolare attenzione.

Abbiamo chiesto a Sergio Spagnuolo, CEO della divisione Finage Tech del Gruppo Finage, di commentare lo scenario attuale del mercato dell’AI in Italia e le relative stime di crescita:

“Gli investimenti delle aziende italiane nel settore dell’Intelligenza artificiale sono condizionati. innanzitutto, dalla capacità delle stesse di acquisire, archiviare e analizzare i dati.
IoT, Digitalizzazione e Cloud sono quindi premesse necessarie ma non sufficienti, a tutto questo si deve infatti affiancare un fattore umano rivolto all’innovazione e opportunamente formato.
È così spiegato perché il mercato dell’I.A. è costituito principalmente da grandi aziende, tecnologicamente mature e con risorse economiche ed umane già pronte per essere investite ad esempio nel machine learning, nei sistemi esperti, nelle reti neurali e nel deep learning.
Le potenzialità del mercato dell’Intelligenza Artificiale si potranno quindi esprimere pienamente solo a patto che si porti a compimento il piano di transizione digitale che, con opportune risorse e stimolo alla formazione, conduca definitivamente le PMI sulla rotta dell’innovazione.”

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